- 22 Dicembre 2020
- Di:Stefano Cavalleri
- in: Interviste, RAMI, Ricambi
Incontriamo [Antonio Tomaselli], nella sede di CGT Edilizia di Varedo; qui Tomaselli ricopre il ruolo di Responsabile Commerciale vendite dirette e si occupa di coordinare la rete diretta delle filiali che CGT Edilizia ha in tutta Italia.
La storia di Tomaselli è legata a filo doppio con quella di RAMI e ha radici importanti, che affondano fino negli anni ’80, come ci conferma anche Antonio: “Entro in RAMI appena finito l’istituto tecnico; il merito è anche di mio padre che all’epoca lavorava in Poclain, marchio francese che in quegli anni, su Bergamo, era rappresentato dall’azienda guidata da [Pietro] Assolari”.
Primo impiego? In RAMI!
“Il mondo del movimento terra mi ha affascinato fin da piccolo e collaborare per un marchio importante come Poclain era per me un traguardo davvero importante. A maggior ragione poi perché volevo andare a lavorare per i fratelli Assolari, già allora estremamente conosciuti e rispettati sul territorio”.
“All’epoca la RAMI era di fatto incarnata dai fratelli Assolari (nati come tecnici, con l’esperienza della trasformazione dei camion militari americani rimasti in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale), con sede in via Basse (dov’è ora, ndr); io cominciai con tre mesi di prova e dopo qualche tempo arrivò un’occasione interessante: Poclain estese l’area di RAMI anche a Brescia e [Pietro] mi propose di seguire come commerciale la nuova area”.
“E’ stata una grande sfida: a Brescia nessuno conosceva la RAMI e io partivo da Seriate ogni giorno per visitare i clienti, dato che si era scelto di non aprire una filiale in Provincia. Sono stati periodi difficili, ma ho sempre sentito vicina l’Azienda e, con il tempo, i risultati sono cominciati ad arrivare”.
Maestri di vita
Continua Tomaselli: “Con [Pietro] Assolari ho imparato davvero molto sia dal punto di vista professionale sia dal lato umano; Pietro era una persona che teneva un profilo basso, ma umanamente è fra le figure più importanti e di valore che abbia mai avuto il privilegio di conoscere”.
“Sono uscito tantissime volte con lui nelle visite ai clienti e ho sempre apprezzato la semplicità con cui si approcciava agli imprenditori. Probabilmente in questo aiutato dal fatto che aveva costruito la RAMI da zero, con un lavoro costante sul campo”.
Il volto di RAMI
Sostiene Tomaselli: “Un’esperienza che di fatto aveva fatto coincidere la figura di [Pietro] con la RAMI, dato che [Giuseppe] seguiva l’aspetto tecnico e l’officina e, spesso, il fratello doveva smussarne le spigolosità di carattere” (ride Tomaselli, ndr).
“Sono convinto che [Pietro] sia stato un uomo di valori profondi, capace di approcciare con lo stesso rispetto la grande trattativa con il cliente importante così come la piccola vendita con l’artigiano locale”.
Il mitico Land Cruiser
“Valori che ho imparato a condividere con lui e che mi sono serviti in tutta la mia carriera professionale. Dalla mia parte credo di aver contribuito allo sviluppo della RAMI (e alla soddisfazione di [Pietro]) con la mia voglia di imparare, di conoscere e di crescere”.
“Ho sempre fermo il ricordo delle lunghe trasferte fatte insieme per visitare i clienti nel Bresciano sul suo Land Cruiser rosso ed approfittavo del viaggio per raccontagli le caratteristiche dell’impresa con la quale dovevamo chiudere la trattativa”.
La terra al centro
“Una in particolare, che mi è rimasta nel cuore: [Pietro] stava pensando al nuovo marchio della RAMI (acronimo di Riparazione Assistenza Macchine Industriali) e, mentre stavamo tornando da Cremona, gli suggerii quello che adesso si chiama Claim: ‘RAMI, la terra continuerà a sentirne parlare’. Lui apprezzò molto la frase, non la utilizzò, ma credo che questa abbia influenzato il logo che, con i colori della parola RAMI, vuole rappresentare gli strati sovrapposti e diversificati di terra”.
Il giorno più difficile
“Ci sarebbero tantissimi di questi aneddoti, ma devo sottolineare come io abbia solo bei ricordi del mio periodo di lavoro in RAMI, non solo nei rapporti con Pietro, ma anche con la moglie Rosanna e, ovviamente con suo fratello e i colleghi”.
“Anche il momento in cui ci siamo separati conferma la qualità di questa Azienda; quando ho ricevuto, nel 1995, una proposta da CGT (e poi CGT Edilizia dal 2010), molto allettante per la mia carriera, sono rimasto per diversi giorni senza il coraggio di dirlo a Pietro; poi, proprio durante una delle nostre famose trasferte, mentre stavamo rientrando, ho trovato la forza e gli ho detto che era mia intenzione cambiare azienda”.
“[Pietro], che stava guidando, è rimasto in silenzio per un po’ e poi si è sincerato che ne fossi davvero convinto, per poi continuare a lavorare con me fino all’ultimo giorno”.
“E’ stato davvero un momento difficilissimo, dato che ancora oggi, lo confermo, non posso che essere grato a RAMI per tutto quello che ho imparato lavorando per loro”.